
Il mese di aprile apre ufficialmente le porte alla primavera e inaugura la stagione dei cambiamenti, del desiderio di farsi strada per ricominciare.
Se ci fermiamo un attimo a osservare, il cambiamento è parte della natura. Ogni cosa in natura cambia, si evolve, muta, si muove costantemente. Il cambiamento è insito nella vita stessa: la giornata segue un ciclo di luce e buio, cambiano le fasi lunari, le stagioni…
Così come ci ricorda saggiamente l’Āyurveda, anche noi siamo natura e quindi, in costante mutamento.
Tutta la nostra esistenza è scandita da una ciclicità che ci cambia e ci trasforma costantemente e, mentre alcuni cambiamenti avvengono quasi senza rendercene conto, altre circostanze o situazioni risultano più difficili da accogliere ed affrontare, perché alla nostra mente piace muoversi all’interno di percorsi conosciuti e schemi mentali che si ripetono.
Anche se non si tratta mai solo di schemi mentali, ma anche corporei, quando agiamo sempre nella stessa maniera, quando somatizziamo sempre nella stessa postura.
La nostra capacità di vedere la realtà per ciò che è davvero è come se fosse velata, anziché analizzare ciò che ci succede realmente, reagiamo per schemi e preconcetti e percorrendo soltanto quei sentieri già tracciati dalle nostre abitudini che ci fanno sentire più sicuri. Così, molto spesso quando ci troviamo di fronte a una novità, o a una situazione particolare che magari è fuori dal nostro controllo, le nostre resistenze si fanno avanti e tendiamo a sprecare energie nel tentativo di fermarne o modificarne il decorso.
Il primo passo per per vivere e assaporare il cambiamento è accettare di poter cambiare.
Mentre ci muoviamo attraverso la primavera, stagione di trasformazione e rinascita, coltiviamo dentro di noi alcune virtù essenziali per vivere al meglio questo passaggio.
La pratica dello yoga ci sostiene mentre impariamo ad abbracciare le fluttuazioni e i cambiamenti che sono inevitabilmente parte del nostro quotidiano, restituendoci il contatto con la parte più saggia e compassionevole di noi che, intuitivamente, sa già come muoversi attraverso le sfide della vita.
Un cuore e una mente pieni di fiducia sono un grande dono per la vita. Chi ha fede lo sa: qualunque cosa accada, sa di potersi affidare a un disegno più grande e sentirsi al sicuro.
Ma anche chi non crede, attraverso lo yoga può coltivare la fiducia nell’immensità della vita e nella propria guida interiore, riuscendo così a trovare un punto di fermo dentro di sé nonostante fuori tutto si muova velocemente.
Vyasa, grande saggio (rishi) e importante commentatore degli Yoga Sutra di Patañjali, scrive: ‘La fiducia protegge e sostiene lo yogi, come una madre”.
Secondo lo yoga, è la fiducia che produce l’energia necessaria per intraprendere dei cambiamenti nella propria vita, attiva la volontà, a rafforzare la determinazione e soprattutto generare il coraggio di farci uscire dai nostri schemi e dai percorsi già tracciati.
Quando avviene un cambiamento dentro o fuori di noi, sentiamo l’urgenza di doverci adeguare al cambiamento avvenuto. Alle volte stravolgiamo completamente la nostra vita per un periodo e poi… ritorniamo al punto di partenza.
La pratica ci invita a stare nel presente, ad ascoltare il respiro, a non avere fretta. Ci insegna ad accogliere i piccoli cambiamenti nel nostro corpo/mente, senza anticipare.
Nella pratica, come in ogni cambiamento che desideriamo accogliere nella nostra vita, la progressione è fondamentale, avanzare un passo (o respiro) alla volta per lasciar entrare nuove abitudini nella nostra vita, senza stravolgerla.
La paura è una caratteristica molto importante nel processo evolutivo sia umano che animale, perché permette di salvarsi la pelle evitando una situazione pericolosa. Tuttavia se lasciamo che la paura prenda il sopravvento in ogni ambito della nostra vita, ci precludiamo la possibilità di espanderci nel nostro infinito potenziale.
Quando ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo, che non sappiamo se ci farà del bene né che cosa porterà nella nostra vita, dobbiamo cercare di mantenere uno stato di apertura mentale, lasciando andare il pregiudizio e l’aspettativa.
Più freniamo e ci proteggiamo, più il nuovo ci spaventa e ci fa vedere pericoli ovunque. Occorre provare a guardare senza dare giudizi, senza avere aspettative. Ciò che è sconosciuto può nutrire nuove parti di noi e far sbocciare nuovi germogli che ci fanno sentire vivi.
Le aspettative sono ipotesi e previsioni che si basano su esperienze passate e che limitano la spontaneità della vita dandoci l’impressione di orientarci nella realtà, in una realtà farlocca e illusoria. Nelle aspettative è insito il rischio di vivere nel passato senza accorgersi di eventuali novità.
Tutto è in perenne trasformazione, destinato a mutare, a cambiare forma. Tutto in natura, prende pieghe inaspettate e il controllo è pura illusione.
Liberarsi dalle aspettative significa comprendere e accettare la natura della vita ancorandosi alla propria stabilità interiore. Solo quando impariamo a staccarci dall’idea univoca delle cose e ci concediamo di cambiare prospettiva, siamo liberi di vivere davvero a pieno la vita e i doni che ci riserva.